Se i mercati non hanno l’argento vivo addosso

Maggio 28, 2013
Sempre più a buon mercato (GettyImages)

Sempre più a buon mercato (GettyImages)

I trader di materie prime in questi giorni non parlano d’altro. Il prezzo dell’argento, dopo anni di rialzi, sta rapidamente calando, arrivando a testare supporti grafici di rilievo. Il ribasso è ancora più evidente di quello dell’oro (-26% vs -17%), i cui movimenti spesso vengono anticipati proprio dalle fluttuazioni dell’argento.

Le grandi banche internazionali  si stanno precipitando a rivedere al ribasso gli outlook per il 2013. Bank of America adesso fissa il corso medio dell’argento per l’anno in corso a 24,35$, implicitando prolungata debolezza di là da venire.

Cosa succede? Da una parte l’attività industriale mondiale ha decelerato. Le importazioni da Stati Uniti, Giappone e, soprattutto, Cina sono ampiamente sotto la media. Allo stesso tempo, la grande contrazione ha prosciugato quasi ovunque le aspettative di inflazione, per difendersi dalla quale si investe in metalli preziosi. Gli anni scorsi, quando le banche centrali cominciavano ad aprire i rubinetti della liquidità, i trader compravano argento per anticipare le future fiammate nei livelli dei prezzi (che spesso non ci sono state). Adesso, sovraesposti, tendono a “shortare” per ricoprirsi su qualche altro asset (azioni soprattutto), concorrendo alla caduta dei prezzi.

Un ribasso dell’argento, con l’oro che va di pari passo, non è per forza una cattiva notizia. Significa ridurre il gap tra valore fisico e quello “pompato” dalla domanda di carta.